La mente assorbente – Il terzo incontro

Il bambino è il costruttore dell’uomo, e non esiste uomo che non sia stato formato dal bambino che egli era una volta. (M.Montessori)

Per il terzo incontro del nostro percorso “alla scoperta del bambino”, a parlarci dei miracoli della mente assorbente, e di quanto è necessario fare (o non fare) per lasciarla libera di svilupparsi al meglio, ospiteremo Cristina Constantini. Formatrice, costruttrice di materiali, consulente pedagogica oltre che insegnante Montessori di lunga esperienza, la nostra relatrice ha per molti anni lavorato presso la scuola Montessori di Cortina (di cui potete trovare molte, bellissime immagini sul valido “Libertà e amore” di Elena Balsamo).

Come apprende un neonato? Non apprende niente che non gli venga insegnato, si potrebbe dire. Semplicemente sta, si lascia maneggiare e coccolare, viene nutrito da chi piano piano gli fa imparare quanto gli serve. Non è così; nei suoi primi due anni di vita quella piccola, fragile creaturina acquisisce, senza fatica apparente, senza bisogno che nessuno glielo insegni, capacità straordinarie: impara a camminare, a correre, a salire e scendere le scale; impara una o anche due lingue, assorbendone le strutture grammaticali con una perfezione che nessun periodo di studio successivo, per quanto “matto e disperatissimo”, potrà mai eguagliare.
Il miracolo dell’apprendimento infantile è stato descritto da Maria Montessori come “mente assorbente”. La Montessori, osservando i bambini liberi in un ambiente accuratamente preparato li aveva scoperti completamente diversi da come solitamente li si immaginava (e ancora oggi li si descrive): ordinati, collaborativi, amanti del lavoro e dello studio.

Durante gli ultimi anni della sua vita, e soprattutto durante il suo lungo soggiorno in India, si concentrò anche sui bimbi più piccoli e sui neonati, per capire la differenza fra le loro straordinarie capacità di apprendimento e la mente dell’adulto. A partire dai tre anni, il bambino cambia poiché si sviluppa la mente cosciente; è da allora, infatti, che cominciano i ricordi. I bambini da quest’epoca in poi, pur continuando ad “assorbire”, cominciano anche un lavoro di costruzione e perfezionamento coscienti, tanto più sereni quanto più adatto sarà l’ambiente che li circonda, e quanto meno gli adulti frapporranno ostacoli inutili al loro sviluppo.

L’ambiente – il nostro secondo incontro

Liberatosi dalla cattedra, sollevato dal dover parlare e straparlare, dal dover tenere tutti i bambini allo stesso ritmo e allo stesso livello, l’insegnante montessoriano ha soprattutto due compiti fondamentali: osservare i suoi bambini, conoscerli e vederli davvero, e prendersi cura dell’ambiente in cui si muovono, così che esso possa permettere loro quella libertà di scelta indispensabile all’autosviluppo e anche alla gioia. Un ambiente davvero a misura di bambino richiede la cura costante dell’adulto, la sua mano amorevole e attenta che sa come guidare i bambini quando si perdono, esortarli dolcemente, magari tramite lezioni indirette, ma soprattutto rispettarne il lavoro e la concentrazione.

Il ruolo che Maria Montessori affida all’insegnante è uno dei motivi di interesse più straordinari nel suo pensiero, e siamo felici di poter ascoltare proprio una di loro.

Domenica 16 marzo incontreremo Nadia Tamanini, una delle insegnanti della scuola Montessori del Colle sopra Bolzano, che ci mostrerà e ci racconterà come l’ambiente davvero speciale della sua scuola aiuti i bambini a crescere e imparare sereni. La scuola del Colle è un luogo unico, dove il pensiero di Maria Montessori si integra con altre suggestioni pedagogiche, per dare vita a un ambiente gioioso, ideale per chi ha una visione “olistica” della crescita infantile.

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L’ambiente montessoriano è gradevole, innanzitutto. Tutto è a portata di bambino, e i bambini stessi imparano a prendersene cura, a pulirlo, a tenerlo in ordine; così come a curarsi del giardino, se ce n’è uno, o delle piante. Ogni giorno, dentro quest’ambiente, ogni bambino sceglierà l’attività che “sa” più importante per il proprio sviluppo, in quel momento, e la svolgerà per tutto il tempo necessario. Per questo l’ambiente e  i materiali montessoriani sono così importanti: non sono sussidi didattici, ma veri e propri mezzi per l’autoeducazione che permettono l’autocontrollo dell’errore. L’insegnante, così, non deve correggere, perché è l’ambiente stesso a suggerire al bambino quando ha sbagliato. Il giudizio esterno non agisce più da motivazione per le azioni del bambino, che sviluppa così sicurezza e autostima. Ogni materiale è presente in un solo esemplare; anche questo è importante, poiché così è l’ambiente stesso a insegnare ai bambini il rispetto per gli altri, la pazienza, la collaborazione.

Mentre i genitori ascolteranno e discuteranno con Nadia, i bambini potranno esplorare l’angolo morbido, colorare, o sperimentare attività di vita pratica e attività in inglese nel nostro laboratorio. Se possibile, chiediamo a chi verrà con i bambini di arrivare qualche minuto prima, così da consentire loro di ambientarsi prima di separarsi dal genitore.

I posti per quest’incontro sono esauriti. Grazie a tutti per l’interesse dimostrato; chiediamo gentilmente a chi dovesse avere qualche problema di avvisare, così da consentirci di richiamare le persone a cui abbiamo dovuto dire di no. A domenica!

Sul nostro logo

cropped-logo-libera-mente003-copia.jpgCercavamo un logo per la nostra associazione… Noi, i grandi, ci davamo un gran daffare a cercare di recuperare qualche grafico/designer/artista amico, che gentilmente e gratuitamente si prestasse a creare “qualcosa” che ci rappresentasse.
Avrebbe dovuto essere – si diceva – un segno netto, incisivo, ma legato ai bambini… Qualcosa che rappresentasse la mente, lasciata libera che, con l’aiuto di una guida gentile, raggiunge una sua stabile, quieta, sicura conoscenza… Insomma, si diceva di tutto un po’, si cassava, si argomentava e si rilanciava l’ennesima idea, perché quando un gruppo di persone adulte fa un incontro per decidere un “simbolo” che lo rappresenti, si dicono un sacco di cose molte delle quali inutili e piene di superfetazioni… Si perde tanto tempo e si raggiunge un risultato decente solo con grande fatica: teste adulte troppo piene di pensieri, troppo confuse per acchiappare l’idea sottile ed effimera che passa e rapidamente se ne va.

Poi un giorno una di noi, un po’ presa dall’ansia da “mancanza di logo”, dice al suo bambino, che sa scrivere: “Senti, potresti scrivere su un foglio Libera-Mente e poi magari disegnarci sopra o vicino o dove vuoi qualcosa?” “Ma cosa, mamma?” “Proprio quello che vuoi… Fai tu!”
In due minuti o poco più riporta il foglio alla mamma e le dice: “Vedi mamma, questi sono dei camerieri che portano tutti dei piatti e il primo è lì che guarda per aria perché la L ha le ali e lui è sorpreso… E poi c’è questo cameriere [N.d.R: quello che porta il trattino tra le due parole] che porta una di quelle cose dei ristoranti che quando si toglie il coperchio dentro c’è il pollo… E sono tutti lì che corrono perché il ristorante è pieno…”

I bambini hanno delle idee fresche e meravigliose nelle loro teste, basta indicargli il sentiero… Porgere loro garbatamente tanti vassoi pieni tra cui scegliere per poter nutrire nella maniera migliore ciascuna delle loro menti… Il resto in gran parte lo fanno loro.

Ci piace pensare che questa sia una splendida metafora per ciò che vorremmo offrire ai nostri e ai vostri figli!