Da ormai diversi anni l’associazione Libera-Mente, genitori Montessori Trento si interroga su quali modelli educativi meglio rispondano alle esigenze dei bambini, si adopera per diffonderli e promuoverli, agisce per portare ai bambini una scuola e una società più pronte a metterli al centro della propria vita.
Negli ultimi mesi abbiamo avuto il piacere di invitare nella nostra città Maurizio Parodi, Marco Orsi, Paolo Mottana; voci diverse che hanno portato il proprio tassello per costruire il mosaico della “scuola che vorrei”.
(nella foto, un’immagine della Farm School svedese presentata al Convegno di Milano)
E com’è, questa scuola che vorremmo?
È una scuola dell’allegria, perché la gioia è un diritto dei nostri bambini, che se lasciati liberi si avvicinano con questo sentimento all’apprendere.
È una scuola della responsabilità, perché noi tutti abbiamo bisogno di riconoscere l’importanza delle nostre azioni, del nostro prenderci cura di noi stessi, degli altri, del pianeta. E solo avendone piena coscienza è possibile trasmettere questo senso di responsabilità ai bambini.
È una scuola della pace, della cooperazione, della riflessione profonda; una scuola che non ha paura di porsi obiettivi grandi, di fare domande scomode, di inseguire valori alti. Una scuola per ricostruire un senso pieno di cittadinanza nel mondo, che non si rassegna ad adattarsi al mondo com’è, alle sue ingiustizie, ma che vuole contribuire a crearne uno migliore.
È una scuola che parla ai corpi, alle anime, ai pensieri di bambini visti come persone in boccio, che vanno incoraggiate, osservate, accompagnate con massimo rispetto; mai valutate, punite, considerate solo per le loro performance.
Ora che a Trento esistono una Casa dei bambini e una scuola primaria Montessori, il nostro impegno si sta indirizzando verso la costruzione di una scuola secondaria di primo grado, raccogliendo i pensieri di Maria Montessori e integrandoli con altre idee educative che possano creare una proposta armoniosa e efficace. Per gli adolescenti Montessori immaginava una scuola-fattoria, dove i ragazzi potessero creare una comunità, testare la propria identità sociale, provare a partecipare in modo significativo alla vita della collettività. In questo ci pare interessante immaginare un incontro con la città educante di Mottana, in cui la scuola diventa una tana da cui partire, e come ambiente di apprendimento c’è la città tutta.
Nei prossimi mesi continueremo a studiare e a formarci, porteremo a Trento altre proposte (la comunicazione non violenta, per esempio), ma soprattutto restiamo in ascolto di tutti quanti vorranno riflettere con noi, aiutarci a concretizzare i nostri sogni, costruire insieme “la scuola che vorrei”.