Vi aspettiamo!

Vi ricordiamo che mercoledì 23 saremo alla scuola Zanella dalle 17 alle 20 con le nostre insegnanti per presentarvi il nostro sogno che si sta concretizzando. Potete passare in qualsiasi momento in quelle ore. Non abbiamo previsto attività specifiche per i bambini, ma saremo contente di salutarli (e loro di curiosare un po’!). Veniteci a trovare!

(Foto tratta dal sito la pappadolce.net)

Un’esperienza educativa Montessori plurilingue (dai 3 ai 7 anni) – Venite a Conoscerci !!!

PARTIAMO!

Mercoledì 9 luglio, e Mercoledì 23 luglio dalle 17.00 alle 20.00, saremo all’Asilo Zanella (via Tomaso Gar 1) per farvi vedere gli spazi, farvi conoscere le insegnanti e raccogliere formalmente le adesioni alla nostra realtà educativa per l’anno scolastico 2014/2015.

Abbiamo selezionato tre insegnanti, che, con il supporto di una maestra che lavora già presso la scuola Zanella, si occuperanno di portare avanti il nostro progetto educativo: osservando i nostri bambini e accompagnandoli nel percorso di una sempre maggiore autonomia nell’apprendimento, prendendosi cura dell’ambiente e dei materiali e portando avanti un contesto plurilingue.

L’educazione, secondo Maria Montessori, non riguarda solo lo sviluppo di doti intellettuali. Il bambino persegue, intuitivamente, il proprio sviluppo. L’ambiente scolastico dovrebbe metterlo nelle migliori condizioni per ottenerlo. La mente del bambino è “assorbente”; un ambiente debitamente preparato la condurrà all’autoapprendimento e allo sviluppo delle sue specifiche caratteristiche. In una classe Montessori il bambino è stimolato, trova nuove sfide, ma non è sotto pressione, può seguire i propri ritmi e imparare con gioia.

Una classe Montessori si distingue per un gruppo multietà, la libertà di scegliere la propria occupazione per almeno tre ore consecutive, un’atmosfera che incoraggia la cooperazione e l’interazione, lo scambio fra compagni e lo sviluppo emotivo; un rapporto di collaborazione con le famiglie, parte integrante dello sviluppo individuale. Il ruolo dell’insegnante è molto diverso da quello tradizionale: egli osserva, propone, guida con dolcezza, rispetta. Non punisce, nemmeno verbalmente. Raramente si rivolge al gruppo. Conosce i periodi sensibili dello sviluppo, rispettando i quali l’apprendimento è semplice per il bambino.
Il bambino dai 3 ai 6 anni è soprattutto curioso di esplorare l’ambiente che lo circonda tramite i sensi, mentre dai 6 anni in poi i suoi interessi si allargano, e nella classe Montessori trovano risposte e senso profondo nel concetto di “educazione cosmica”. Inizialmente, i due gruppi lavoreranno spesso a stretto contatto, anche per dare ai più grandi la possibilità di lavorare con i materiali che non hanno ancora usato. La collaborazione fra età diverse è estremamente proficua, sia per i grandi che per i più piccini.

Il nostro progetto prevede insegnanti che possano portare avanti il metodo Montessori, anche grazie a una supervisione costante e qualificata, in un contesto plurilingue. È di cruciale importanza, per i bambini di oggi, sviluppare l’acquisizione di competenze comunicative in una lingua diversa che siano alternativa alla propria madre-lingua, fondamentali per conoscere e dialogare a livello interculturale.Il contesto montessoriano favorisce particolarmente l’approccio plurilingue grazie alla natura concreta delle attività quotidiane, da un lato le attività di vita pratica, soprattutto alla scuola dell’infanzia, dall’altro lato attraverso l’utilizzo dei materiali Montessori, presentati in più lingue, nei quali il bambino riesce, spontaneamente, ad immergersi e trovare il suo sano equilibrio.

DOVE : Presso l’asilo Zanella, in via Tommaso Gar 1.
COME: Per la scuola dell’infanzia gli orari, l’anticipo e il posticipo, la tariffa dei pasti seguiranno le stesse linee guida delle altre scuole equiparate; dalle 9 alle 12 (e fino alle 15 per chi non farà la nanna), però, i bambini potranno muoversi in un ambiente accuratamente preparato per loro, facendo l’esperienza di un contesto plurilingue. I bambini di età per la scuola primaria faranno ufficialmente “scuola parentale”- ci incontreremo più avanti per i dettagli tecnici, e per decidere quanti rientri pomeridiani offrire. La mattina, comunque, potranno lavorare sia con i bambini più piccoli (la Montessori propone, ad esempio, tutto il materiale per la lettoscrittura verso i 4 anni), sia con il materiale specificamente dedicato a loro, sempre liberi di perseguire i propri interessi in un ambiente plurilingue.

QUANTO: La retta mensile per l’anno scolastico 2014-2015 e` di 180 euro, per dieci mesi.

L’ambiente – il nostro secondo incontro

Liberatosi dalla cattedra, sollevato dal dover parlare e straparlare, dal dover tenere tutti i bambini allo stesso ritmo e allo stesso livello, l’insegnante montessoriano ha soprattutto due compiti fondamentali: osservare i suoi bambini, conoscerli e vederli davvero, e prendersi cura dell’ambiente in cui si muovono, così che esso possa permettere loro quella libertà di scelta indispensabile all’autosviluppo e anche alla gioia. Un ambiente davvero a misura di bambino richiede la cura costante dell’adulto, la sua mano amorevole e attenta che sa come guidare i bambini quando si perdono, esortarli dolcemente, magari tramite lezioni indirette, ma soprattutto rispettarne il lavoro e la concentrazione.

Il ruolo che Maria Montessori affida all’insegnante è uno dei motivi di interesse più straordinari nel suo pensiero, e siamo felici di poter ascoltare proprio una di loro.

Domenica 16 marzo incontreremo Nadia Tamanini, una delle insegnanti della scuola Montessori del Colle sopra Bolzano, che ci mostrerà e ci racconterà come l’ambiente davvero speciale della sua scuola aiuti i bambini a crescere e imparare sereni. La scuola del Colle è un luogo unico, dove il pensiero di Maria Montessori si integra con altre suggestioni pedagogiche, per dare vita a un ambiente gioioso, ideale per chi ha una visione “olistica” della crescita infantile.

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L’ambiente montessoriano è gradevole, innanzitutto. Tutto è a portata di bambino, e i bambini stessi imparano a prendersene cura, a pulirlo, a tenerlo in ordine; così come a curarsi del giardino, se ce n’è uno, o delle piante. Ogni giorno, dentro quest’ambiente, ogni bambino sceglierà l’attività che “sa” più importante per il proprio sviluppo, in quel momento, e la svolgerà per tutto il tempo necessario. Per questo l’ambiente e  i materiali montessoriani sono così importanti: non sono sussidi didattici, ma veri e propri mezzi per l’autoeducazione che permettono l’autocontrollo dell’errore. L’insegnante, così, non deve correggere, perché è l’ambiente stesso a suggerire al bambino quando ha sbagliato. Il giudizio esterno non agisce più da motivazione per le azioni del bambino, che sviluppa così sicurezza e autostima. Ogni materiale è presente in un solo esemplare; anche questo è importante, poiché così è l’ambiente stesso a insegnare ai bambini il rispetto per gli altri, la pazienza, la collaborazione.

Mentre i genitori ascolteranno e discuteranno con Nadia, i bambini potranno esplorare l’angolo morbido, colorare, o sperimentare attività di vita pratica e attività in inglese nel nostro laboratorio. Se possibile, chiediamo a chi verrà con i bambini di arrivare qualche minuto prima, così da consentire loro di ambientarsi prima di separarsi dal genitore.

I posti per quest’incontro sono esauriti. Grazie a tutti per l’interesse dimostrato; chiediamo gentilmente a chi dovesse avere qualche problema di avvisare, così da consentirci di richiamare le persone a cui abbiamo dovuto dire di no. A domenica!

Montessori per…caso

Quando ho appoggiato C. per terra, in quell’aula luminosa e tranquilla, l’ho vista trasformata. Già padrona di uno spazio che ancora non conosceva, autonoma nella scelta dei giochi, serena fiduciosa.

Lei aveva 7 mesi e mezzo e gattonava da poco, io mi ero appena trasferita in California e cercavo di ammazzare il tempo, di conoscere altre mamme e di fare qualcosa di utile per la mia bimba. Partecipavo a tutti i possibili gruppi e attività, e avevo deciso di provare anche questo gruppo gioco montessoriano per bimbi fino ai 18 mesi. Ed è stato amore a prima vista.

Non si faceva nulla di speciale, (stavamo lì, con due insegnanti montessori della scuola e i nostri bambini) eppure è stato speciale.

E’ stato speciale vedere come uno spazio organizzato e a misura di bambino facesse la differenza. Non c’erano mamme preoccupate che i bimbi si facessero male e i bambini si spostavano agilmente dagli scaffali alle scalette, dal materasso con vicino lo specchio all’area con i carrelli da spingere. La nostra tranquillità nel vederli “al sicuro” si rifletteva nel loro coraggio di esplorare e spingersi un po’ più lontano senza bisogno dell’adulto vicino.

E’ stato speciale vedere come a 7 mesi C. già sapeva scegliere i giochi che voleva. Ce n’erano pochi, esposti in ordine, accessibili. Le maestre intervenivano solo per dimostrare l’uso dei giochi più complicati, senza tante parole o enfasi, e poi lasciavano che i bambini provassero e riprovassero fino a scoprire il piacere di farcela da soli.

E’ stato speciale osservare C. che settimana dopo settimana ricercava proprio quel gioco lì, che la aspettava al suo posto. L’ordine le metteva tranquillità e dava sicurezza.

L’ho visto in pratica: il bambino libero di scegliere l’attività che vuole nei limiti di un ambiente strutturato e adatto, non è scatenato, ma impegnato e concentrato. L’ho visto quando abbiamo visitato poi la scuola, che lì va fino alle medie. Entravamo nelle pluriclassi in 10 genitori, e i bambini e i ragazzi non si distraevano. Non li incuriosivamo più di tanto, e di certo non da lasciare quello a cui stavano lavorando.

Ho incontrato il montessori così, per caso e per poco tempo, e mi ha affascinato.

Ora spero di poterlo offrire alle mie bimbe qui a Trento, per poter vedere quella sicurezza, tranquillità e soddisfazione nei loro sguardi tutti i giorni di ritorno da scuola.

La scuola che vorrei

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CHE SCUOLA SOGNATE PER I VOSTRI FIGLI?

Una mamma la sogna così, fateci sapere la scuola che voi vorreste.

La scuola che vorrei parte dai bisogni del bambino, lo osserva, lo lascia libero in un ambiente preparato con scrupolosa cura dalla mano amorevole di un’insegnante che fa il suo difficilissimo lavoro con rigore e passione, come uno scienziato, consapevole di avere tra le mani quanto di più prezioso esista. La scuola che vorrei non premia, non punisce, non da’ voti, non fa fare compiti e lavoretti ma mette i bambini nella condizione di scoprire qualcosa di meraviglioso e inaudito: che imparare è bellissimo. La scuola che vorrei non interrompe il lavoro di un bambino concentrato, non pretende che tutti desiderino o possano fare la stessa cosa nello stesso momento, ma rispetta i tempi di ciascuno, il lavoro individuale, nella certezza che da questo possano sbocciare rapporti sereni e sinceri, profondamente capaci di rispettare e far fiorire le differenze e le peculiarità di tutti. Nella scuola che vorrei non esistono i banchi, la campanella, dover chiedere permesso per alzarsi o andare in bagno; ognuno è libero di muoversi e di scegliere l’attività che preferisce, anche di non fare niente; con la consapevolezza che da questa libertà non nascerà il caos ma un ordine armonioso, grazie alla preparazione dell’ambiente, al controllo dell’errore insito nei materiali, al ruolo attento ma defilato dell’insegnante.

Nella scuola che vorrei la matematica non fa paura, ma affascina potendo mostrare a ognuno il suo aspetto profondo di creatività e logica. Nella scuola che vorrei tutto può essere studiato, il mondo è entusiasmante oggetto di scoperta. La storia non è una sfilza insulsa di date e battaglie, ma la rievocazione epica delle conquiste dell’umanità, dalla scrittura ai viaggi spaziali. La musica è un linguaggio importante quanto gli altri. Le lingue non si imparano ricopiando vocaboli sui quaderni, ma usandole come la materia viva che sono. Mettendo al centro il bambino, la scuola che vorrei riesce in un’unica aula a mettere insieme educazione alla pace, al rispetto dell’ambiente, amore per la scienza e la possibilità di un apprendimento autentico, perché basato sull’interesse e non sull’imposizione.

La scuola che vorrei è graziosa, con mobili piccoli e maneggevoli, una casa per i bambini che da soli imparino a prendersene cura. Con piccoli gesti quotidiani, pulire, riordinare, allacciare, servire a tavola e tante altre attività “di vita pratica”, i bambini imparano a prendersi cura di sé e del proprio ambiente, a diventare sicuri e autonomi, a sviluppare una buona coordinazione motoria. La scuola che vorrei ha anche un bel giardino e un orto, dove seminare, aspettare e raccogliere. Non c’è bisogno, invece, di una palestra in cui potersi muovere solo a un’ora prestabilita, perché l’occasione di alzarsi, di controllare i movimenti, di educare tutti i sensi è continua. Mi piacerebbe invece, magari nelle ore del pomeriggio, poter offrire ai bambini la presenza di un insegnante di yoga, o di teatro, diverse attività che possano essere offerte alla scelta dei bambini, mai imposti. Mi piacerebbe anche che gli orari fossero flessibili, per venire incontro alle esigenze delle famiglie, e che venissero proposti pasti salutari, magari anche coinvolgendo i bambini nella loro preparazione, almeno di tanto in tanto.

Nella scuola che vorrei i bambini sono concentrati, soddisfatti, rispettati: felici. Impareranno tante cose, a scrivere, a far di conto, ma soprattutto sapranno di essere unici e importanti, diversi da tutti e speciali, e manterranno intatto l’amore per il sapere e il saper fare bene, che scelgano di diventare cardiochirurghi o carpentieri.

La scuola che vorrei, sembra incredibile, l’aveva sognata Maria Montessori più di un secolo fa ed è già stata realizzata in tante parti del mondo. Funziona meravigliosamente, eppure è molto diversa dalle scuole che normalmente offriamo ai nostri figli. Un giorno, vorrei che a tutti i bambini fosse data la possibilità di frequentare una scuola così. Per oggi, cominciamo dai bambini di Trento.